Linfomi
I linfomi sono tumori del sangue che originano dai linfociti, cellule del sistema immunitario fondamentali per la difesa dell’organismo. In Italia rappresentano circa il 5% di tutte le neoplasie, e sono tra le malattie ematologiche più diffuse sia negli adulti che nei bambini, anche se con caratteristiche differenti a seconda dell’età.
Tipologie
I linfomi si distinguono in due grandi categorie:
Le patologie linfoproliferative comprendono un ampio spettro di malattie con andamento clinico e prognosi molto variabili.
Si distinguono principalmente in:
- Linfoma di Hodgkin (LH)
Rappresenta circa il 10% di tutti i linfomi, interessa soprattutto i giovani adulti e presenta alte probabilità di guarigione con le terapie moderne.
Si suddivide in:- Linfoma di Hodgkin classico (la forma più comune)
- Linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria (più raro)
- Linfomi non-Hodgkin (LNH)
Comprendono oltre 70 sottotipi diversi, classificabili in:- Forme indolenti, a crescita lenta, come:
- Linfoma follicolare
- Linfoma marginale
- Macroglobulinemia di Waldenström
- Leucemia linfatica cronica (LLC)
- Leucemia a cellule capellute (Hairy Cell Leukemia)
- Forme aggressive, a crescita rapida, come:
- Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL)
- Linfoma del mantello
- Linfoma primitivo del mediastino
- Linfomi T periferici
- Forme indolenti, a crescita lenta, come:
Queste patologie possono interessare non solo i linfonodi, ma anche milza, midollo osseo e organi extranodali (stomaco, cute, polmoni, sistema nervoso centrale, ossa).
Cause e fattori di rischio
Le cause esatte dei linfomi non sono ancora del tutto conosciute. È certo però che derivano da alterazioni genetiche dei linfociti, che perdono la capacità di morire al termine del loro ciclo vitale e continuano a moltiplicarsi senza controllo. Questo accumulo incontrollato dà origine al tumore, che può colpire i linfonodi e altre sedi linfatiche o extranodali.
Se le cause precise dei linfomi non sono ancora del tutto note, si riconoscono comunque alcuni fattori di rischio:
- Infezioni virali (es. Epstein-Barr, Hepatitis C, HIV)
- Malattie autoimmuni e stati di immunodepressione
- Esposizione a sostanze chimiche o pesticidi
- Familiarità e predisposizioni genetiche
- Età avanzata (per i linfomi non-Hodgkin)
Sintomi
Nelle fasi iniziali il linfoma può essere asintomatico. Quando presenti, i sintomi più comuni sono:
- ingrossamento non dolente dei linfonodi di collo, ascelle o inguine;
- febbre persistente;
- sudorazioni notturne;
- prurito diffuso;
- stanchezza marcata e debolezza;
- perdita di peso non intenzionale;
- tosse cronica o difficoltà respiratoria.
Diagnosi
l percorso diagnostico prevede l’integrazione di indagini cliniche, laboratoristiche e strumentali, coordinate dal gruppo multidisciplinare:
- Visita ematologica specialistica
- Esami del sangue e delle urine
- Biopsia linfonodale escissionale o ago-tranciante (esame fondamentale per la diagnosi)
- Esame citofluorimetrico su sangue o midollo per le forme linfocitarie
- TC total body con mezzo di contrasto
- PET/CT con 18F-FDG, obbligatoria nei linfomi FDG-avid
- Biopsia osteomidollare, se indicata
- Test molecolari e citogenetici per caratterizzare le alterazioni genetiche (es. BCL2, TP53, MYD88, del(17p), trisomia 12, ecc..).
Al termine degli accertamenti la malattia viene classificata in stadi da I a IV in base all’estensione, e in stadio A o B a seconda della presenza o meno di sintomi sistemici (febbre, calo di peso, sudorazioni notturne).
Trattamenti
Trattamento
Il trattamento è personalizzato in base al tipo di linfoma, allo stadio e alle condizioni generali del paziente, seguendo protocolli nazionali (SIE, SIES, GITMO) e internazionali (ESMO, NCCN).
- Chemioterapia
Rappresenta la base del trattamento per la maggior parte dei linfomi.
I protocolli variano da regimi standard (come R-CHOP o ABVD) a combinazioni più complesse nei casi aggressivi o refrattari. - Terapie mirate e immunoterapia
Comprendono:- Anticorpi monoclonali (rituximab, obinutuzumab)
- Anticorpi bispecifici e immunoterapie cellulari CAR-T
- Farmaci a bersaglio molecolare (inibitori di BTK, PI3K, BCL2)
- Immunomodulatori e nuovi agenti orali per linfomi indolenti o recidivati
- Radioterapia
Utilizzata in combinazione con la chemioterapia o come trattamento localizzato nei linfomi di Hodgkin e in alcune forme indolenti. - Trapianto di cellule staminali
Può essere autologo o allogenico, riservato a pazienti selezionati con malattia recidivata o refrattaria. - Cure di supporto e gestione delle tossicità
Gestite da un team infermieristico esperto e da specialisti in terapia del dolore, nutrizione e riabilitazione.
Follow-up e sorveglianza
Dopo il trattamento, il paziente prosegue un programma di follow-up strutturato, con visite cliniche, esami ematochimici e, se indicato, indagini radiologiche periodiche.
Il Case Manager infermieristico garantisce la continuità assistenziale, il coordinamento tra i professionisti e il collegamento con i servizi territoriali.
Un approccio multidisciplinare integrato
Il Gruppo Multidisciplinare Linfomi del Cancer Center San Matteo riunisce ematologi, anatomo-patologi, radiologi, medici nucleari, radioterapisti, biologi molecolari, infermieri case manager e psico-oncologi.
Ogni caso viene discusso in meeting periodici, per garantire scelte terapeutiche condivise e personalizzate.
Il gruppo è coordinato dal Prof. Luca Arcaini, con la Dott.ssa Marzia Varettoni come referente clinico per il percorso multidisciplinare, in collaborazione con il Dott. Manuel Gotti, la Dott.ssa Sara Rattotti e la Dott.ssa Valentina Zoboli, infermiere case manager.
Ricerca clinica e innovazione
Presso il Cancer Center sono attivi studi clinici nazionali e internazionali dedicati alle neoplasie linfoproliferative, con particolare attenzione ai linfomi indolenti, ai linfomi T e alle terapie cellulari CAR-T.
La partecipazione alla ricerca consente ai pazienti di accedere a trattamenti sperimentali innovativi in ambiente altamente specializzato.
Ultimo aggiornamento: 03/12/2025