Malattia di Chiari: al San Matteo un ambulatorio
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Dal 2023, la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo è inserita nel portale delle malattie rare per la siringomielia e la sindrome di Chiari, che la Struttura di Neurochirurgia segue con un approccio e un team multidisciplinare e interaziendale.
Proprio per il trattamento dei pazienti affetti da malformazione di Chiari, al San Matteo, dal 2022 è attivo un ambulatorio che ne ha già trattato, chirurgicamente, 11, “e ci apprestiamo a trattare il dodicesimo”, come spiega la neurochirurga Patrizia Pisano.
“L’ambulatorio è nato su sollecitazione dell’Associazione italiana malformazioni di Chiari Child, con la quale numerosi nostri specialisti collaborano – spiega Giannantonio Spena, direttore SC Neurochirurgia che, recentemente, ha partecipato al sedicesimo convegno Aima-Child sulla malformazione di Chiari, una malattia malformativa del sistema nervoso, presente alla nascita, che interessa il cervelletto, il tronco encefalico e la parte posteriore della scatola cranica (fossa cranica posteriore).
È caratterizzata dallo “scivolamento” o erniazione di parti del cervelletto (oltre che di parti del tronco encefalico) attraverso il foro che si trova tra il cranio e il canale spinale (forame magno). Possono essere associate alla malattia anche altre malformazioni del cervello e del midollo spinale (siringomielia).
Qui al San Matteo abbiamo due percorsi. Un percorso pediatrico con lo specialista Thomas Foiadelli, pediatra con competenze neurologiche, che fa una prima valutazione e, in caso di necessità chirurgica, lo segnala alla neurochirurgia.
I pazienti in età pediatrica o in età adolescenziale, grazie al percorso di transitional care, riescono ad essere seguiti nel tempo per i controlli.
Il percorso dell’adulto, invece, vede il coinvolgimento del centro cefalee dell’Istituto Mondino.
“La cefalea è il sintomo più comune della sindrome di Chiari – spiegano i neurochirurghi del San Matteo -. Tuttavia, non sempre, in presenza di questo sintomo o di una malformazione diagnosticata, può esserci la sindrome di chiari. Per questo è necessario un primo approccio con un centro cefalee per uno screening approfondito e individui i pazienti meritevoli di trattamento chirurgico”.