Università di Pavia e San Matteo partecipano al progetto "Nascere con affetto" inaugurato in El Salvador
Si è conclusa lunedì 19 maggio la missione di coordinamento in El Salvador per il progetto “
Nascere con affetto
”, finanziato con un importo di 3,5 milioni di euro dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e gestito dal centro GLOBEC – Center for Global Strategic Engagement -dell’Università degli Studi di Pavia, in partenariato con la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Lo scopo del progetto è ridurre la morbilità e la mortalità materna e infantile associate ai parti prematuri e alle malformazioni congenite, in un’ottica di diritto alla salute, grazie alla stretta collaborazione con il Gabinetto della First Lady e il Ministero della Salute di El Salvador.
Alla missione hanno preso parte professori e medici dell’Università di Pavia e del Policlinico San Matteo, in occasione dell’evento di lancio del Progetto che si è tenuto giovedì 15 maggio presso la nuova Biblioteca Nazionale di San Salvador. Erano presenti la First Lady della Repubblica di El Salvador, Gabriela de Bukele, e l’Ambasciatore d’Italia a San Salvador, Paolo Emanuele Rozo Sordini, che hanno inaugurato la nuova iniziativa di cooperazione che si ispira all’omonima legge salvadoregna “Nacer con cariño”, promossa dal Gabinetto della First Lady come parte del processo di trasformazione del sistema nazionale di salute materno-infantile in El Salvador.
«Continueremo a lavorare fianco a fianco con il Governo italiano, con i nostri partner e alleati, per continuare a rafforzare le capacità del nostro personale di salute e garantire le attrezzature necessarie nelle nostre strutture sanitarie. Grazie per accompagnarci in questa missione e condividere la nostra convinzione che i bambini meritano di nascere “con affetto”, perché questo è un impegno di tutti», ha dichiarato la First Lady Gabriela de Bukele.
«Vogliamo che questo progetto non sia solo una risposta tecnica. Aspiriamo a che diventi uno strumento di vera trasformazione, per costruire un sistema sanitario più forte, più umano e giusto, dove la qualità dell’assistenza si combini con il rispetto per la dignità di ogni persona», ha dichiarato l'Ambasciatore Rozo Sordini.
L'iniziativa contribuirà alla formazione di professionisti sanitari salvadoregni, attraverso tirocini di breve e lunga durata in Italia. Questi programmi di formazione copriranno discipline pediatriche chiave come neuropsichiatria, biologia molecolare, neonatologia, ostetricia, genetica, oftalmologia e gastroenterologia, tra le altre.
Inoltre, è previsto l'acquisto di attrezzature mediche altamente specializzate per un valore di circa 1.5 milioni di euro, al fine di rafforzare le capacità diagnostiche precoci e di trattamento del sistema nazionale di salute materno-infantile.
Durante i tre anni di durata del progetto, saranno effettuate anche trenta missioni tecniche da parte di specialisti italiani di alto livello, che lavoreranno direttamente sul territorio salvadoregno per supportare attività di formazione, valutazione clinica e scambio di conoscenze. All'evento hanno partecipato circa 350 persone, tra cui numerose autorità, tra cui il Ministro della Salute, Francisco Alabí Montoya, il Ministro dell'Istruzione, Mauricio Pineda, la Direttrice dell'Agenzia Salvadoregna per la Cooperazione Internazionale, Karla de Palma, il Direttore dell'Ufficio AICS di San Salvador, Paolo Gallizioli. Inoltre, erano presenti rappresentanti del corpo diplomatico e di organizzazioni internazionali, professionisti della salute e studenti.
Successivamente, si è svolto un congresso di alta rilevanza accademica, che ha riunito eminenti esperti italiani delle università italiane di Pavia e Tor Vergata di Roma, i quali hanno condiviso conoscenze specialistiche nei campi dell'epidemiologia, dell'urologia e della genetica.
A chiusura dell’evento, l'Ambasciatore Rozo Sordini ha espresso: «Questo congresso rappresenta un pezzo prezioso di un cammino che guarda al futuro. Il mio desiderio è che sia una nuova opportunità per i nostri Paesi di generare più sinergie, nuovi percorsi e, soprattutto, nuove vite accolte e protette con professionalità e dedizione».