Realizzato al San Matteo un complesso trapianto bi-polmonare

Undici ore di intervento, unimponente equipe e una giovane vita da salvare: sono i tasselli del delicatissimo e complesso trapianto bi-polmonare effettuato nelle scorse settimane al San Matteo.
A realizzarlo è stato Andrea Maria DArmini, cardiochirurgo e responsabile della struttura semplice dipartimentale di cardiochirurgia - chirurgia cardiopolmonare e dellipertensione polmonare, con unequipe chirurgica composta da altri due cardiochirurghi, Carlo Pellegrini e Pasquale Totaro, due anestesisti, Fiorenza Fava e Roberto Veronesi, con il supporto di due strumentisti, Daniele Coluccia e Massimiliano Ruggeri, due infermieri anestesisti, Eliana Debari e Romina Torchio, due perfusionisti, Fausto Martinelli e Vito Piscione, due infermieri, Giuseppe Cartafalsa e Silvano Cimieri. Allintervento hanno partecipato anche due medici specializzandi in formazione, Anna Giulia Carnabucci e Joyce Masiglat.
Al giovane paziente era stata diagnosticata a Mosca una ipertensione polmonare cronica tromboembolica, confermata anche a Berlino. Da qui, il consiglio del medico curante di rivolgersi al San Matteo di Pavia, per una conferma della diagnosi e una valutazione sulla possibilità di sottoporsi ad intervento di endoarteriectomia polmonare (EAP).
In questo ambito, infatti, il Policlinico è un centro di riferimento sia a livello nazionale che internazionale.
Al momento dellarrivo a Pavia, la situazione del paziente è molto compromessa e la diagnosi che viene fatta dagli specialisti del San Matteo è ipertensione polmonare del gruppo 1 (vena occlusa), con una sopravvivenza stimabile, per un paziente in queste condizioni, nellordine di poche settimane come spiega DArmini.
Lunica strada percorribile era il trapianto bi-polmonare, eseguito grazie al coordinamento del Centro Nazionale Trapianti e del Centro Regionale Trapianti, guidati rispettivamente da Massimo Cardillo e Giuseppe Piccolo sottolinea il Direttore Sanitario Antonio Triarico.
Ci siamo trovati a gestire, da un punto di vista terapeutico, una diversa diagnosi rispetto a quella iniziale con cui il paziente ci è stato inviato commenta il cardiochirurgo Andrea Maria DArmini -. Portare a termine con successo un trapianto bi-polmonare in un paziente con ipertensione polmonare così avanzata è motivo di orgoglio per tutta lequipe, che ha unelevata competenza nella gestione di pazienti così delicati, proprio per la loro complessità diagnostica e terapeutica.
E un intervento eccezionale ma che, pur nella sua peculiarità, rientra in una casistica che è propria del San Matteo dichiara il Direttore Sanitario -. Eventi come questi sono possibili grazie alle competenze professionali di una struttura ospedaliera, ma il punto di origine è sempre la donazione. Per questa ragione è importante sensibilizzare sempre di più sulla donazione degli organi per consentire di intervenire in situazioni critiche e dare speranza di vita ad altre persone.