Si può ritrovare la gioia di vivere

Mi chiamo Guido, ho 78 anni, vivo a Roma e voglio raccontare la mia esperienza di malato considerato incurabile per un sarcoma all'arteria polmonare.
Nel dicembre di due anni fa sono stato ricoverato d'urgenza al Gemelli di Roma, con una occlusione dell'arteria polmonare, per sospetta embolia. Dopo una energica terapia a base di anticoagulanti, rivelatasi del tutto inefficace, fui sottoposto a numerosi accertamenti diagnostici. Alla fine fu formulata una diagnosi di sospetto sarcoma, localizzato nell'arteria polmonare: una diagnosi decisamente infausta alla quale non seguì alcuna indicazione terapeutica.
Nel frattempo, per il provvidenziale interessamento di due medici di un ospedale viterbese, che avevano preso a cuore il mio caso, fu contattato il professor Andrea D'Armini del San Matteo, a cui fu inoltrato tutti i risultati diagnostici che mi riguardavano. Lo specialista individuò in un particolare intervento chirurgico (endoarteriectomia polmonare bilaterale) l'unica possibilità di sopravvivenza, dichiarandosi pronto ad eseguirlo immediatamente. Così alla fine di dicembre lasciai il Gemelli e raggiunsi il Policlinico di Pavia, dove fui accolto con profonda umanità e notevole efficienza per tutti i preliminari trattamenti.
Il professore, con estrema chiarezza e semplicità, mi mise al corrente dei rischi dell'inbtervento che fu eseguito due giorni dopo il mio arrivo a Pavia, con ottimo esito.
Superata la fase post operatoria ed effettuata la riabilitazione respiratoria, iniziai presso l'Oncologia Medica, sempre del San Matteo, la cura chemioterapica esattamente calibrata per il tipo di sarcoma che l'analisi istologica aveva individuato, cura che poi ho proseguito in un ospedale romano, dove ho effettuato anche diverse sedute di radioterapia.
Dall'agosto dello scorso anno non mi sono più sottoposto a cure oncologiche di alcun tipo e oggi, a distanza di due anni, posso dire che l'intervento del professor D'Armini mi ha letteralmente ridato la vita e per di più di buona qualità.
E' per questo che oggi, gennaio 2017, voglio rendere pubblica la mia profonda e imperitura gratitudine a tutta l'equipe medica che ha preso in carico la mia persona e ha svolto la propria preziosa opera con ineguagliabile competenza e professionalità, amando il proprio lavoro, profondendovi senza risparmiarsi, tutte le proprie energie e, soprattutto, facendo sentire il paziente rispettato nella sua dignità, anche nel suo smarrimento di malato sofferente. E sarei lieto che questa mia esperienza infondesse fiducia e speranza in chi, afflitto da una patologia simile alla mia, può essere tentato di rinunciare a lottare contro la malattia. Io posso testimoniare che, affidandosi con coraggio alle mani giuste, si può ritrovare la gioia di vivere.
Guido M.